Suspense e ironia

django 3Quando pensiamo al western, a ciascuno di noi vengono in mente immagini diverse. Alcuni pensano al cowboy per eccellenza, John Wayne; ad altri vengono in mente modelli più recenti, come Django o il Grinta dei fratelli Coen. Questi personaggi sono diversissimi per epoca storica, estetica e personalità, ma sono accomunati da una fondamentale caratteristica di base: sono degli eroi con una missione, e cercano di compierla sfruttando la propria intelligenza e le proprie abilità. In questo non sono molto distanti da personaggi più moderni come Batman o Superman.
A differenza di questi ultimi, tuttavia, gli eroi western si ritrovano a vivere in una realtà molto più dura. Il Far West è un mondo in cui si tira fuori la pistola per uno sguardo storto, la vita conta meno di un sacchetto di monete e l’unica legge è quella del più forte.
E’ proprio in questi due elementi che sta il fascino del western: da un lato la volontà di sapere se l’eroe riuscirà o meno nella sua missione; dall’altro quella di vedere come farà a cavarsela in un ambiente così difficile, che ostacola non solo i suoi progetti, ma la sua stessa sopravvivenza.
Di recente ho letto una raccolta di racconti in cui questa curiosità veniva stimolata di continuo. Quasi ad ogni pagina il protagonista si ritrovava in una situazione di grave rischio, che riusciva a superare grazie ad una sua intuizione o ad un deus ex machina assolutamente geniale. E quando alla fine il suo destino si compiva, talvolta premiando i suoi sforzi, talvolta frustrando le sue ambizioni, io passavo al racconto successivo con uguale soddisfazione, deliziato dalla lettura di un testo che condensava così tanti colpi di scena in così poche pagine.
L’alto livello di suspense non è l’unico motivo per cui ho apprezzato Sfida al canyon infernale di Robert E. Howard. Ciò che rende questo libro ancora più piacevole è la maestria con cui l’autore riesce a dare un tocco personale ai motivi ricorrenti del genere western, arrivando talvolta a ribaltarli. Per esempio:
– In Tamburi al tramonto abbiamo il conflitto tra indiani e bianchi e la corsa all’oro, ma entrambi i temi sono in secondo piano: il vero motore dell’azione è l’amore del protagonista per una ragazza ingiustamente segregata dallo zio in una casa di campagna.
– Ne Il nido dell’avvoltoio abbiamo due uomini che si fronteggiano e si inseguono: uno dei due è un brutto ceffo di cui nessuno si fiderebbe, e l’altro è un ragazzo dalla faccia pulita con cui viene spontaneo solidarizzare. A differenza di molti western, in cui la fisiognomica e le teorie lombrosiane trovano piena applicazione, qui l’apparenza inganna: la faccia pulita è un completo mascalzone, e il brutto ceffo si rivela essere un uomo dal coraggio e dalla moralità davvero ammirevoli.
– Ne Gli avvoltoi di Whapeton il protagonista è un personaggio positivo, ma non è un eroe senza macchia: al contrario, arriva a farsi corrompere dai criminali che dovrebbe arrestare, fino a che i suoi rimorsi di coscienza non lo costringono alla difficile scelta tra proseguire sulla strada del male o tornare su quella del bene.
E potrei andare avanti. Howard gioca in modo consapevole e sornione con il genere western, e questo atteggiamento ludico sfocia talvolta in racconti apertamente ironici, come avviene nella comicissima storia di Donory il Codardo.
Sfida al canyon infernale è un libro che consiglio a tutti, anche ai non amanti del genere: anch’essi infatti troveranno in ogni racconto quella suspense, quell’ironia e quei valori positivi che rendono lo stile di Howard così piacevole e riconoscibile.

Sfida al canyon infernale_cop

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria e contrassegnata con , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

61 risposte a Suspense e ironia

  1. tachimio ha detto:

    Assolutamente perfetta la tua analisi su di un genere che tra l’altro mi ha sempre affascinato. Penso di non avere perso quasi tutti i film in voga un tempo, da quelli con la faccia unica di un John Wayne carismatico , a quelli con James Stewart altro attore indimenticabile e poliedrico, per non dimenticare poi Robert Taylor. Ho visto anche Dyango di Tarantino dove ho trovato alcune scene veramente memorabili e il mito dell’uomo pronto a tutto per liberare la propria donna tratteggiato in maniera perfetta. Questa raccolta di cui parli, dev’essere davvero coinvolgente e tanto più che non mi è mai capitato di leggere qualcosa a riguardo, potrebbe essere l’occasione buona per farlo . Grazie mille per questi post garbati, intelligenti e interessanti. Ti auguro una splendida giornata.Alla prossima con simpatia. Isabella

  2. Eterit ha detto:

    Personalmente adoro il genere alla follia, non ho un personaggio particolare a cui associarlo, l’intero cinema di Leone è un campo sconfinato all’interno del quale mi muovo volentieri.
    Non capisco come facciano certe persone a trovarlo noioso, il solo fatto che è un genere che nasce con il cinema lo rende a mio parere ancora più affascinante.

    Non posso prometterti che leggerò il libro – almeno a breve – perché è una promessa che sto facendo a troppe persone ultimamente, ma se dovesse capitarmi tra le mani saprei cosa fare 😉

    • wwayne ha detto:

      Lietissimo di aver trovato un altro fan del western! Sono d’accordo con te, il western è tutto fuorché noioso: questi racconti in particolare sono dei veri e propri thriller di ambientazione storica. Grazie per il commento! : )

      • Eterit ha detto:

        Dovrei vedere qualche film di Ford prima di definirmi amante del genere senza che qualcuno possa avere qualcosa da ridire, ma Leone non può essere noioso!
        Ringrazia il nostro amico Django: non si può non commentare un post con la sua foto 😉

      • wwayne ha detto:

        John Ford e Fritz Lang sono i miei registi preferiti del vecchio cinema. Quando il resto del mondo ancora doveva capire cos’era la settima arte, loro già creavano dei capolavori che tuttora fanno impallidire tanti film moderni. Del primo ti consiglio “Ombre rosse” e “Sentieri selvaggi”; del secondo invece ho adorato alla follia:

        La donna del ritratto
        Dietro la porta chiusa
        Rancho Notorius (un western, tra l’altro)
        L’alibi era perfetto

        Soprattutto “Dietro la porta chiusa”, che considero il miglior film noir di sempre. A presto! : )

      • Eterit ha detto:

        Metto nella lista 😉

  3. cristinadellamore ha detto:

    Il western, che bello. C’è abbastanza violenza, peccato che in genere manchi un po’ il sesso.
    Poi ci sono le eccezioni, tipo Soldato Blu, che confermano la regola ovviamente

  4. Jeremy Merrick ha detto:

    Leggo Western e non posso fare a meno di pensare “Il buono, il brutto e il cattivo”!

  5. loscalzo1979 ha detto:

    Mi hai incuriosito… me lo cercherò

  6. Alessandra ha detto:

    Ciao, una bella scoperta anche il tuo blog! Vedo che ti occupi con passione di libri e film… Ti confesso che non sono un’amante o una grande esperta del genere western, quello “metafisico” di McCarthy mi aveva colpita proprio il fatto di essere diverso, inusuale e al di fuori di ogni schema. Però, leggendo questa tua bella recensione, sei riuscito ad incuriosirmi su Robert E.Howard, quindi non escludo che un giorno potrei leggerlo. Un western più classico, se non ho capito male, però con qualche interessante spunto ironico… potrebbe anche piacermi 😉

  7. francescosantoleri ha detto:

    ciao scusami se ti disturbo,ti ricordi l’articolo che ho fatto sul tuo sito? Se te lo ricordi volevo sapere se per te va bene se lo metto su google più,perchè ho creato un account e ho messo tutti gli articoli.

    • wwayne ha detto:

      Va benissimo, anzi ti ringrazio per la pubblicità! Nell’ultimo periodo ho letto:

      Richard Stark, “Parker: a ferro e a fuoco”
      Richard Stark, “Luna – Parker”
      Claudio Barrella, “La bambina e il buio”
      Michael Harvey, “Chicago Way”
      Lewis B. Patten, “Ti uccido per niente”
      Lewis B. Patten, “La banda Youngerman”
      Lewis B. Patten, “Il figlio della vendetta”
      Lewis B. Patten, “Il gigante dei pascoli”
      Lewis B. Patten, “Sapore di sale”

      A parte i libri di Richard Stark, che possono piacere o meno, gli altri te li raccomando tutti ad occhi chiusi.
      Visto che siamo entrambi appassionati di musica, condivido con te e con i miei lettori una canzone che sto ascoltando spesso in questi giorni:

      Grazie per il commento! : )

  8. Pingback: Sfida al canyon Infernale – recensione da wwayne | fantascritture – il blog di gian filippo pizzo

  9. phoebo ha detto:

    CIao, ancora grazie per i consigli! Il western non è un genere che mi fa impazzire, ma parlo di film, un libro western non credo di averlo mai letto e, da questa recensione, sembra interessante!

  10. smilepie ha detto:

    quando penso ai western penso alla Monument Valley che ho visitato anni fa, colori e spazi unici

  11. flavia2002 ha detto:

    Django è un film fantastico del 2012 creato dal genio di Quentin Tarantino, ovvero il regista di altri film passati alla storia come “Le Iene” oppure “Pulp Fiction” o i due volumi di “Kill Bill”, “Una Vita Al Massimo” (di cui è stato solo sceneggiatore e scrittore del fil non regista, “GeendHouse” e “Jackie Brown” e “Bastardi senza Gloria”. Ottima scelta aver citato Django 🙂 ma wwayne vorrei farti una domanda se posso. Come hai fatto a rendere il tuo blog cosi visitato? Il mio ha ricevuto visIte giusto da qualche amico… T.T

    • wwayne ha detto:

      Capisco benissimo la tua situazione: io ho aperto il blog nel 2008, e fino al 2011 mi visitavano soltanto i miei amici e nessuno mi lasciava mai uno straccio di commento.
      La situazione é migliorata quando ho cominciato a scrivere degli articoli più decenti, e soprattutto quando ho cominciato a farmi conoscere commentando su altri blog. E’ quello che consiglio di fare anche a te.
      Un altro consiglio che ti do é di variare gli argomenti. Ad esempio, tenendo un blog che parla soltanto di libri ti condanni a venire seguita soltanto da chi li legge; se invece oltre ai libri parli anche di cinema, a quel punto la tua platea si allarga sensibilmente.
      Inoltre, tieni sempre aggiornato il tuo blog. Almeno un articolo al mese pubblicalo, altrimenti i tuoi lettori penseranno che tu l’ abbia abbandonato e molti di loro li avrai persi per sempre.
      Ultimo consiglio: rispondi sempre ai commenti. Chi li ha scritti ha speso del tempo per leggere il tuo articolo, e ne ha speso dell’ altro ancora per farti conoscere la sua opinione: direi che il minimo che tu possa fare é non ignorarlo, ma anzi rispondergli e ringraziarlo. Ma questo per fortuna lo fai già. : )
      Adesso però basta consigli, altrimenti mi sento saccente. Grazie per il commento! : )

  12. tachimio ha detto:

    Buon ferragosto caro wwayne. Isabella

  13. Pina ha detto:

    Stupendi i film di Sergio Leone e tanti altri registi americani (Ford…) che hanno dato vita al genere, con la visitazione di Tarantino mi sono resa conto che i western sono un po’ passati di moda. Corsi e ricorsi! Buona giornata. Pina

    • wwayne ha detto:

      E magari proprio il contributo di registi come Tarantino può contribuire a riportarli sulla cresta dell’onda. Grazie per il commento, e buona giornata anche a te! : )

  14. nadir01 ha detto:

    hey, grazie per aver visitato il mio sito…complimenti per il tuo! Le tue analisi di questi film sono impeccabili…continua così!

    • wwayne ha detto:

      Visto che siamo entrambi appassionati di musica, condivido con te e con i miei lettori una canzone che rispecchia alla perfezione il mio genere preferito:

      Grazie mille per i complimenti e per il commento! : )

  15. federicagualerzi ha detto:

    Bellissimo questo post, veramente molto dettagliato e scritto bene.. Volevo chiederti se avevi qualche lettura da consigliarmi su questo genere? 🙂

    P.s sto seguendo i tuoi consigli😊

  16. Pingback: 63 – Ombre Rosse | AspettaUnMemento

  17. danielaionta ha detto:

    Sono contenta ti sia piaciuto
    I libri letti da mio padre – Ferito di Percival Everett
    http://mihocompratounlibro.com/2015/01/14/i-libri-letti-da-mio-padre-ferito-di-percival-everett/ . Restiamo in contatto!

  18. ivano f ha detto:

    Ciao, ti rispondo qui perchè da me non potevo più attaccare un’altra risposta in coda…
    Grazie per il consiglio, anche se io non compro mai niente su internet e sarà così ancora per molto molto tempo (lo so, è disgustoso, ma che ci vuoi fare, son difetti duri da mandar via 🙂 ), ma le raccolte di racconti hanno sempre il loro perchè, quindi io me la segno e poi chissà, forse un giorno…
    Grazie di essere passato da me, saluti e ogni bene

  19. shio76 ha detto:

    E’ un’analisi molto simpatica ed al tempo stesse completa su un fenomeno che, per quanto ormai è diventato un bel pò di nicchia, non tramonterà mai, soprattutto per i nostri padri o nonni. Io sono cresciuta con i wester grazie a mio padre ed ora non ne voglio vedere un neanche da lontano, ma questo articolo mi ha fatto venir voglia di sfogliare questo libro.
    Ciao e Grazie per avermelo fatto notare 🙂

  20. sempredada ha detto:

    Ciao!!! Ti ho nominato per il recognition blogger award perché penso che il tuo blog meriti davvero tanto e mi piacerebbe che condividessi com’è nata l’idea del blog. Trovi tutte le informazioni su dadaword.wordpress.com

  21. Alvise Brugnolo ha detto:

    Bella recensione! Mi hai davvero incuriosito! Amo molto il cinema western (tra i miei film preferiti c’è Il buono, il brutto e il cattivo di Sergio Leone) ma devo dire che finora non ho mai letto racconti che appartengano a questo genere. Appena posso comprerò sicuramente la raccolta 😉 Grazie del consiglio! 🙂

  22. francescodevito ha detto:

    Ottima recensione! Di Robert E. Howard, ho letto il ciclo di Conan due volte più alcune opere sparse. Mi manca la sua produzione western. Ogni volta che penso a lui mi vengono in mente gli estremi della sua esistenza: 1906-1936. Che perdita per la letteratura mondiale quel suicidio.
    A presto

  23. francescodevito ha detto:

    Grazie a te per il gradito suggerimento, a presto!

Lascia un commento