Vi racconto la mia storia

Il mese prossimo saranno 10 anni esatti che mi sono laureato. Ricordo benissimo come mi sentii dopo quel traguardo: da un lato ero contento per com’era andata, dall’altro ero preoccupato, perché avevo ottenuto una laurea poco spendibile nel mercato del lavoro, e quindi rischiavo seriamente di rimanere disoccupato. Ero così determinato ad evitare questa fine che cominciai a mandare il mio curriculum in tutta Italia, finché alla fine non trovai un impiego a 350 km da casa mia. Insomma, la mia fase di limbo tra la fine dell’università e l’ingresso nel mondo del lavoro durò poco, ma ricordo benissimo l’angoscia che ho provato in quei momenti: è l’angoscia logorante di chi vive una situazione di incertezza, e non può prevedere in nessun modo quando finirà.
Anche Yuki sta provando questa sensazione. E’ un ragazzo al termine del suo percorso universitario, e prima ancora di laurearsi ha già cominciato a fare i primi colloqui di lavoro. Essendo un ragazzo molto altruista, il suo sogno sarebbe quello di fare un mestiere che gli permetta di aiutare il prossimo in qualche modo, ma per iniziare gli andrebbe bene qualsiasi cosa, anche lavorare in una fabbrica di orologi.
E’ anche un tipo molto organizzato, perché tra lo studio e i colloqui di lavoro riesce a trovare del tempo anche per i suoi amici. Frequentano tutti l’università con lui, e hanno un modo tutto loro di comunicare: hanno comprato un quaderno, lo hanno piazzato in una delle loro aule universitarie, e hanno stabilito che ogni volta che a qualcuno di loro succederà qualcosa di importante lo racconterà agli altri scrivendolo su quel quaderno. E’ una sorta di gruppo Whatsapp su carta, e in effetti a quei tempi (la storia di Yuki è ambientata nel 2004) era proprio così che funzionava la comunicazione non verbale: si prendeva carta e penna e si scriveva nero su bianco. Gli sms erano roba per ricconi, perché costavano 10 centesimi l’uno (e se superavi i 150 caratteri il messaggio te lo facevano pagare doppio).
Tra tutti gli amici che scrivono su quel “quaderno collettivo”, la scrittrice più dotata è una ragazza di nome Sae. Lei non parla bene perché è sorda, quindi per lei quel quaderno è provvidenziale, perché le permette di esprimere per iscritto tutti i pensieri che non può comunicare a voce. Yuki rimane molto colpito dai suoi messaggi, e comincia lentamente a innamorarsi di lei. Tuttavia, Sae ha un bel caratterino, quindi non sarà facile corteggiarla senza dire o fare qualcosa che la irriti…
Ci sono molti motivi per cui ho apprezzato la storia di Yuki e Sae. Innanzitutto il protagonista maschile: è il classico bravo ragazzo, l’amico e il figlio che tutti noi vorremmo avere. Poi la protagonista femminile: chi l’ha creata ha avuto il coraggio di tratteggiare un personaggio disabile non totalmente positivo, con gli stessi difetti di una persona normodotata. Sae è orgogliosa, irascibile e melodrammatica, nel senso che tende ad avere una reazione esagerata anche per le sciocchezze più irrilevanti: paradossalmente questo non la rende odiosa agli occhi degli spettatori, anzi fa nascere in loro un forte senso di solidarietà, perché è evidente che si comporta in maniera così rabbiosa non per cattiveria, ma perché non ha ancora accettato di essere diversa dagli altri. Yuki lo ha capito, quindi cerca con pazienza di aiutarla a tirare fuori anche tutto il buono che c’è in lei, e che traspare chiaramente dai messaggi che scrive.
La serie Netflix che racconta la storia di Yuki e Sae si intitola Orange Days. Il titolo fa riferimento ad un altro piccolo rito degli amici di Yuki: prima di andare a lezione passano davanti al giardino di un signore, rubacchiano qualche arancia dal suo albero e poi corrono verso l’università prima che lui li colga in flagrante. Come dice il titolo, per Yuki quelli dell’università erano “i giorni delle arance”, ovvero i giorni in cui viveva così libero e spensierato che il problema più grosso che potesse capitargli era venire beccato a rubare un’arancia. Tutti noi abbiamo nostalgia di quel periodo, ed è anche per questo che ho adorato così tanto questa serie tv. Guardatela anche voi: ne rimarrete deliziati.

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187 risposte a Vi racconto la mia storia

  1. •Pat ha detto:

    Prima o poi cederò alla tentazione di installare internet a casa, anche solo per gustarmi, di tanto in tanto, qualche serie interessante. Resisto solo perché, di solito, preferisco un buon libro alla TV. Grazie per il suggerimento, prezioso come sempre.

  2. Grazie per questo interessante spaccato di vita, di tempi che furono.
    Ora sto guardando “Expats” su Amazon Prime, ma metterò questa serie in lista.
    Buona giornata!

    • wwayne ha detto:

      Non ho visto Expats, ma sono molto interessato a leggere il libro da cui è tratta (e che hanno scaltramente pubblicato in Italia proprio in concomitanza con la serie tv).
      A proposito di serie tv, qualche anno fa ne ho vista una molto “maschia”, ma anche molto coinvolgente e piena di trovate geniali, quindi mi sento di consigliartela. La serie tv a cui alludo è questa: https://wwayne.wordpress.com/2018/04/02/una-serie-completamente-folle/.
      Metto qua un link a cui è possibile acquistare il tuo libro, nella speranza che i miei lettori ne comprino qualche copia: https://www.amazon.it/dp/B0CJ3YLRKY/. Grazie a te per i complimenti e per il commento, e buona giornata anche a te! : )

  3. Raffa ha detto:

    Grazie, la cercherò.

  4. Antonio Gaggera ha detto:

    Non ho mai seguito una serie, giusto qualche fiction Rai. Prima o poi, grazie ai tuoi suggerimenti, proverò a farlo.
    Dopo il primo lavoro lontano da casa, ti sei riavvicinato?
    Buona domenica.

  5. marisasalabelle ha detto:

    Sembra molto carina!

  6. kasabake ha detto:

    Malgrado, come ben sai, io sia un appassionato di cinema e serie TV asiatiche (coreane, ma anche cinesi e giapponesi), questa serie da te splendidamente recensita non l’ho ancora vista, preso dal turbine delle tantissime altre cose che sto guardando, non ultimo altri serie televisive e soprattutto film asiatici presenti sullo streaming di MuBi (che in questo periodo ha fatto uscire la sua pazzesca promozione di tre mesi di abbonamento completo al al costo di un solo euro, per poi tornare dopo tre mesi al suo abituale costo, ma dando la possibilità di disdire quando si vuole, cosa che peraltro non nascondo io farò visto che sto cercando di risparmiare).
    Come scrivevo, non ho visto questa serie di cui parli nel post, ma considerando quanto mi fanno piacere le tue recensioni sulle serie coreane (assolutamente assenti su questa piattaforma e in generale ancora oggi un prodotto di cui si parla pochissimo sulle piattaforme di blogging) e data la serena eleganza con cui hai scritto, la serie in questione è entrata di diritto nella lista di quelle che guarderò, senza ombra di dubbio.
    Ciò che però mi interessa di più adesso non è parlare di questa serie, ma farti i complimenti per la bellezza semplice, lineare ed estremamente accattivante di questo tuo post, direi a mio avviso uno dei migliori degli ultimi tempi: leggendo le parti biografiche, (dove non sono tanto importanti i fatti narrati quanto il modo in cui li si narra), si respira la stessa pacata eleganza dei romanzi asiatici contemporanei ed anche ovviamente dei manga più riflessivi.
    In questa domenica, l’atmosfera leggera e assieme emozionante che si respira nelle tue parole è stato davvero un bel regalo per tutti.

    • wwayne ha detto:

      “Pacata eleganza” è un modo perfetto per descrivere le serie tv asiatiche. Al loro interno non c’è mai niente di squallido: non c’è sesso, non c’è violenza, non c’è droga. Uno spettatore occidentale potrebbe dire: ammazza che palle. E invece non è affatto così, perché soltanto i cattivi sceneggiatori hanno bisogno di inserire una scena di sesso o di violenza per ravvivare la trama: un bravo sceneggiatore invece ti sa tenere incollato allo schermo anche parlando di cose semplici, e questo è esattamente il caso di Orange Days.
      Dato che anche tu hai parlato di un prodotto Netflix nel tuo ultimo post su Instagram, metto il link qua nel mio blog, nella speranza che lo apprezzino anche i miei lettori: https://www.instagram.com/p/C2us0WoNJSA/. Grazie mille per i complimenti e per il commento, e buona Domenica! : )

  7. Sara Passarelli ha detto:

    Grazie wwayne, come sempre ❤️ io la mia facoltà non l’ho finita, ma se non avessi lasciato ora non starei facendo ciò che sto effettivamente facendo.
    Ma chi lo sa se in un prossimo futuro non ricominci a studiare qualcosa… Un saluto!

  8. apheniti ha detto:

    In quarta liceo avevamo anche noi il nostro quaderno con un paio di amiche che erano state bocciate… Ce lo scambiavamo al cambio dell’ora 🙂

  9. Daniela ha detto:

    descrivi e suggerisci come spesso succede, cose interessanti, ma sono come Pat, alla televisione preferisco i libri, infatti non ho alcuna piattaforma a pagamento perchè non la sfrutterei, anche per il poco tempo che mi resta tra il leggere e lo scrivere. Capita ogni tanto di vedere un film ma la scelta dipende sempre dall’umore del momento. Ciao WW

  10. WryDavide ha detto:

    Prima o poi devo provare Netflix anche se non mi piacciono molte delle sue politiche

    • wwayne ha detto:

      Posso chiederti quali politiche di Netflix non ti piacciono?

      • WryDavide ha detto:

        Non hanno un abbonamento annuale
        Rilascio di tutte le puntate di una serie in un solo momento

      • wwayne ha detto:

        Paradossalmente quello che per te è un difetto per me è un grande pregio: adoro il fatto che si possano vedere tutte le puntate l’una in fila all’altra, un po’ perché in questo modo si segue meglio la trama, un po’ perché alcune di esse sono molto coinvolgenti, e quindi sarebbe una tortura aspettare una settimana per vedere l’episodio successivo.
        Qual è la serie tv più coinvolgente che tu abbia mai visto?

      • WryDavide ha detto:

        Di recente Only Murder in the Bulding e The Bear, quella di cui ho leggermente hype è Shōgun

      • wwayne ha detto:

        La serie tv che ho recensito in questo post è giapponese, quindi come avrai intuito il Giappone mi affascina molto: alla luce di questo ti ringrazio per avermi fatto scoprire Shogun, e non escludo di vederla anch’io quando uscirà.
        Uno degli attori di Only Murders in the Bulding (Martin Short) ha recitato anche in questo divertentissimo film: https://wwayne.wordpress.com/2016/07/02/chiudiamo-in-bellezza/. L’hai visto?

      • WryDavide ha detto:

        Shogun sono in hype come pochi, mi spiego meglio ogni volta che vedo un post disney+ dove trattano Shogun non vedo l’ora di vederla

      • wwayne ha detto:

        Io invece non vedo l’ora di vedere Deadpool 3. Ispira anche a te?

      • WryDavide ha detto:

        Si sembra carino

      • wwayne ha detto:

        Ero sicuro che saremmo stati d’accordo su questo punto! Grazie per la chiacchierata (piacevole come sempre), e buon fine settimana! : )

  11. grazielladwan ha detto:

    Andrò a guardarmi la serie. Chissà perché, a volte, il titolo e la breve sinossi, non invogliano a iniziare la visione, fortuna che poi segui un blog interessante e te la consiglia. ☺️

  12. LaCartoonLover ha detto:

    Devo dire che la trama di questa serie mi intriga molto: in qualche modo mi ricorda di tutte le belle esperienze che ho avuto a scuola con compagni e amici, cosa bellissima a parer mio.
    Inoltre, la tua recensione mi ha fatto venir ancora più voglia di guardarla 🙂

  13. Grazia Palmisano ha detto:

    bel racconto, avvincente come sempre, grazie per la condisione

  14. Giada ha detto:

    Bellissimo!!!

  15. recensioni53 ha detto:

    Sto guardando la serie coreana “Dr. Storks” che affronta il tema del dolore e della possibile drammaticita’ collegati alla gravidanza ed al parto. I coreani sono molto emotivi e riescono a commuovere nel profondo ed è per questo che ancora non ho guardato “Orange days”.

  16. Evaporata ha detto:

    Bello Wwayne! Complimenti. 😀

  17. diamanta ha detto:

    pensa le coincidenze do Orange days ho scritto la recensione settimana scorsa (vedo ancora pubblicarla, lo farò in settimana). Adorato

  18. chiaramarinoni ha detto:

    Ciao wwayne
    grazie per essere passato da me.
    Non ho Netflix, seguo alcune serie Rai su raipay, anch’io non amo le pause di giorni tra una puntata e l’altra, a volte capita che mi perdo, preferisco tutte insieme.
    Non sono riuscita ad andare all’università, altri tempi e altri bisogni a casa. Credo un periodo spensierato, Io ho dovuto subito entrare nel mondo del lavoro.
    È sempre un piacere leggerti, grazie!
    Un abbraccio 🥰
    Chiara

  19. glicine61 ha detto:

    Non amo la TV e la guardo molto raramente, però quella di cui parli dev’essere una bella storia. Buona Domenica pomeriggio! 😊🤗🤗

  20. massimobotturi ha detto:

    Questa del quaderno collettivo trovo sia una bella iniziativa, soprattutto per recuperare riflessione e dimensione reale in un mondo “troppo” virtuale.

  21. Kikkakonekka ha detto:

    Io pochissimi giorni dopo la laurea, nemmeno il tempo di una mini-vacanza, iniziai un corso finanziato dal FSE (Fondo Sociale Europeo) che durava 500 ore, una parte di teoria, una parte di stage in qualche azienda. Andò abbastanza bene ma il lavoro non mi piaceva, dopo circa 6 mesi mollai tutto e feci un altro corso (sempre finanziato: mai sborsato una lira) trovando un posto di lavoro che mi piacque, e ci rimasi.

    • wwayne ha detto:

      La tua storia mette in luce l’importanza di continuare a formarsi anche dopo la laurea, senza illudersi che tale titolo di studio sia un punto d’arrivo. La laurea è un obiettivo prestigioso e relativamente difficile da raggiungere, ma non è un lasciapassare per ottenere il famoso “posto fisso”: per arrivare a quel punto devi continuare a impegnarti anche dopo esserti tolto la corona d’alloro.
      Il tuo ultimo post è pieno di ottima musica, quindi metto il link qua nel mio blog, nella speranza che lo apprezzino anche i miei lettori: https://nonsonoipocondriaco.wordpress.com/2024/02/04/dd-domenica-e-dischi-i-miei-album-preferiti-del-1977/. Grazie mille per il tuo graditissimo ritorno nel mio blog, e buona Domenica! : )

  22. caterina rotondi ha detto:

    Due storie in una.
    Molto interessante e bella.
    Ti dirò che come serie ne vedo pochissime, ma …appena posso do un’occhiata, non si sa mai😉
    Ciao caro Wwayne.

  23. Gianluca Brescia ha detto:

    Non conoscevo questa serie wwayne. Mi ha incuriosito l’idea del quaderno come una bacheca comune !

  24. valy71 ha detto:

    Sembra davvero accattivante, quante angosce legate alla ricerca di un lavoro ed è sempre tutto così attuale.
    Complimenti, ciao 🙂

  25. elenaelaura ha detto:

    Quanta curiosità, grazie del suggerimento! Che ricordi gli sms… A ripensarci, sembra una vita fa’…

  26. sherazade ha detto:

    Seguirò il tuo suggerimento anche se a me piacciono le serie spye o di azione.
    Un abbraccio 🌹

  27. Marco Torracchi ha detto:

    Grazie per il gradito suggerimento!!!

  28. Cate Lucinda Vagni ha detto:

    Sembra interessante, il mio problema con le serie coreane è la lunghezza eccessiva degli episodi ma proverò a dare una possibilità a questa

  29. Neogrigio ha detto:

    ci farò un pensierino….

  30. maria allo ha detto:

    Grazie , sembra interessante
    Buona serata
    Maria

  31. il barman del club ha detto:

    Sarà fatto: giusto per ritornare con la memoria a quei giorni spensierati…

  32. titti________ ha detto:

    Non amo le serie; in genere non le guardo salvo rarissime eccezioni. Certo è che la tua recensione è davvero apprezzata 🙏✨⭐

  33. maxilpoeta ha detto:

    non conosco il film di cui parli, non sono abbonato a Netflix, ma ho apprezzato la tua storia, il tuo passato, il senso di disagio provato nel cercare un lavoro, tutte cose che ognuno di noi ha passato almeno una volta nella vita.
    Buona settimana e buon lavoro 😊😉👍👍👍👍

  34. Il Mondo Positivo ha detto:

    [Gifter] – ho la sensazione che questa serie sia, come tante altre coreane di cui avevi parlato su un altro post nel blog, una di quelle “estremamente romantiche nate per invogliare la gente a fare figli”

    cosa vuoi che ti dica, quel tipo di filosofia del caz … nel vero senso della parola, mi è rimasta impressa perché invece di sputare odio come fa la politica italiana, almeno lì tirano fuori qualcosa di carino.

    Diciamo che non sono nel mood per serie tv sentimentali al momento – l’unica cosa che ho visto è il documentario “we are the world”. Confesso che a livello di blogger sto venendo fuori da un periodo tremendo in cui avevo anche pensato di chiudere tutto: secondo te cosa accade quando due persone dal carattere forte e testardo si trovano a tenere insieme un blog? E si impuntano uno su una cosa e l’altro sul suo opposto?

    Alla fine parlare di Sanremo e guardare il documentario su “we are the world” ci ha piano piano fatto ridimensionare tutto e fare pace definitivamente: questi si sono trovati in 70 persone tra artisti, musicisti, parte tecnica e in una notte hanno confezionato un simile capolavoro negli anni 80 senza i mezzi di comunicazione attuale e noi ci impuntiamo sulle supercazzole? Anche no.

    Capitolo “personaggi disabili poco positivi”: uno deve spiegarmi perché si tende spesso e volentieri nella letteratura e il cinema -serie tv incluse- a prendere la persona con disabilità sempre come figura buona, fragile o al limite del super eroe. O dall’altra parte lo sfigato.

    Si chiama discriminazione anche questa! Se una persona con disabilità si comporta da stronza perché non dirglielo o dirgli stupidina?

    Quando nella vita devi fare i conti con barriere e ostacoli NON PUOI essere una persona sempre positiva; neanche sempre con la rabbia verso il mondo, certo, ma il carattere demmerda può svilupparsi sia nelle persone con disabilità sia in quelle senza!

    Guarderò la serie? Probabile ma dopo Sanremo. Adesso ditemi pure che sono stupido a vedere Sanremo? Probabile ma almeno è un po’ di spensieratezza visti tutti i casini che succedono nel mondo almeno dateci cinque giorni di spettacolo poco serio. Anche se poi lo rovinano mettendoci su la mmmmerda ovunque.

    Prendiamoci davvero un po’ più “alla leggera” si vive meglio.

    • wwayne ha detto:

      Anch’io non ho apprezzato il fatto che negli ultimi anni Sanremo sia stato appesantito da una serie di monologhi fintamente profondi su argomenti pesanti e del tutto fuori tema rispetto a quello che dovrebbe essere il punto focale dell’evento, ovvero la musica. Come hai detto tu, un po’ di leggerezza in più non guasterebbe.
      Dato che hai parlato di Sanremo anche nel tuo penultimo post, metto il link qua nel mio blog, nella speranza che lo apprezzino anche i miei lettori: https://www.plusbrothers.net/grazie-festival-sanremo/. Grazie mille per questo ricchissimo commento, e buona settimana! : )

      • Il Mondo Positivo ha detto:

        Sui monologhi l’unico che mi è piaciuto tanto è quello di Chiara Francini, un’attrice che stimo un sacco perché sa parlare di temi “profondi” con ironia.

        C’è un’agenzia funebre che riesce a ironizzare sulla morte (TAFFO) e questi non sono capaci di fare i personaggi dello SPETTACOLO.

        Vuoi il coming out? Seguirò Sanremo principalmente per capire se salutano il mio omonimo (Alessandro Bono)

        Giudica poi tu se “omonimo” perché Alessandro, perché BONO, o perché positivo… 🦠☣️

        Avresti ragione comunque e sì, sul blog da qualche parte ho parlato anche di lui. 30 anni che è morto e nessuno sa chicazz’è.

      • wwayne ha detto:

        Anche quest’altra attrice aveva un’ironia irresistibile: https://wwayne.wordpress.com/2015/12/27/indovina-chi-viene-a-cena/. Te la ricordi?

  35. Neda ha detto:

    Ciao wwayne non conosco il film e non sono abbonata al sito di cui parli. Della ricerca del lavoro so qualcosa: più di cinquant’anni fa, per lavorare, me ne andai a 500 km da casa. I miei fratelli erano già partiti anni prima, uno all’estero e l’altro in un’altra regione. Mia figlia è anche lei andata via da casa, in un’altra provincia, per poter lavorare, dopo laurea e master, come molti altri. Una volta si diceva: “mettiti le gambe in spalla e vai”…Io sto rileggendo un libro che avevo letto da ragazza “L’Œuvre” di Zola e questa volta in lingua originale…chissà se ci hanno mai fatto anche un film.

    • wwayne ha detto:

      A proposito di film, guarda questo, è davvero bellissimo: https://wwayne.wordpress.com/2018/02/04/un-posto-incantevole/.
      Zola ha scritto anche un altro splendido libro, Teresa Raquin: se non l’hai letto, te lo consiglio caldamente.
      Ammiro molto i sacrifici che tu e i tuoi familiari avete fatto per guadagnarvi il pane, e mi sono rivisto molto nelle storie che hai raccontato: di conseguenza ti sono molto grato per averle condivise con me.
      Ho adorato il tuo ultimo post e ne condivido ogni parola, quindi metto il link qua nel mio blog, nella speranza che lo apprezzino anche i miei lettori: https://undentedileone.wordpress.com/2024/02/05/elettricita/. Grazie per il commento, e buona settimana! : )

      • Neda ha detto:

        Ti ringrazio. Posseggo quasi tutte le opere di Zola, alcune in lingua originale e quelle che mi mancano le ho lette in biblioteca. Zola è uno dei miei autori preferiti, insieme a Hemingway, Fosco Maraini, Bruno Tacconi, Mika Waltari…..e molti altri.

  36. shio76 ha detto:

    Grazie, la cercherò e, ahimè, finirà nella mia lunghissima lista d’attesa.
    Grazie mille e buona giornata. 🙂

  37. quarchedundepegi ha detto:

    Guardo pochissimo la TV… e quindi non conosco questa simpatica storia… sì, veramente simpatica.
    Buon Pomeriggio.
    Quarc

  38. flowerlily00 ha detto:

    Non conoscevo questa serie.. comunque beato te, che il tuo limbo è durato poco. Io dopo la laurea credevo di avere la lettera scarlatta sul petto, perché non andavo bene per fare niente.. -.-‘

  39. Vincenza63 ha detto:

    che bello rileggerti dopo tanto tempo, wwayne ❤
    mi sei mancato!

  40. ilnonluogodiemily ha detto:

    grazie del suggerimento, questa serie la guardo di sicuro

  41. Una Lente in Viaggio ha detto:

    Per scelta personale dettata dalla sicurezza che potrei chiudermi totalmente in casa – qualora mi abbonassi – non ho Netflix, quindi mio malgrado non potrò guardare la serie che consigli. Dal tuo racconto chiaro ed appassionato come solo tu sai fare, sono sicura che è davvero meritevole! 😊

  42. Nemesys ha detto:

    Nella narrazione del tuo racconto personale, credo che rispecchi molti di noi, anch’io come te una volta terminati gli studi ho trovato quasi nell’immediatezza il lavoro adeguato al mio percorso di studio ma non di certo nella mia zona o vicino alla mia zona di residenza per poi nell’arco del tempo accettare un’altra proposta di lavoro la quale mi ha portata qui in Emilia dove tutt’ora lavoro e risiedo. Bella la recensione della serie televisiva, personalmente non ho Netflix forse la posso trovare su altre piattaforme, devo guardarci anche perché mi sembra molto inerente ai nostri giorni, e quando un film o una serie televisiva rispecchiano problemi odierni è sempre interessante fare il confronto con la vera e cruda realtà. Buon pomeriggio e grazie per il suggerimento 😊

  43. lettoreseriale76 ha detto:

    Grazie, la cercherò. Buon pomeriggio! 😉

  44. Greg Nikolic ha detto:

    It’s too bad you had to move so far away from your home just to get a job.

    I understand the fear of having an undervalued degree. But they say you’ve got to follow your heart in all things.

    Come visit my website, and leave some comments, if you like

    http://www.catxman.wordpress.com

    • wwayne ha detto:

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      • Greg Nikolic ha detto:

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        Unfortunately, you asked for advice I couldn’t give. We’ll have to try again to have a head-to-head meeting of minds.

  45. vikibaum ha detto:

    I giorni delle arance…bella sì questa serie…ho una passione per questo genere televisivo , spazio dal fantasy al dark, al “piccante”. ciauuu e buona serata

  46. Teresa ha detto:

    Ciao! In genere più che serie TV coreane o giapponesi, guardo per lo più gli anime perché sono cresciuta “a pane e ad anime giapponesi”. Comunque, interessante il tuo articolo, se mi capita di vederla, te lo faccio senz’altro sapere. I giapponesi sono dei veri e propri artisti in fatto di storie! Quindi… ci credo che ti è piaciuta.

  47. Linda ha detto:

    Non ho mai frequentato l’università, ma quando ne sento parlare ho sempre un po’ il magone. Grazie per il tuo consiglio, darò un’occhiata anche a questa serie. 😉

  48. The Butcher ha detto:

    Come al solito complimenti per le tue abilità nello scrivere e nell’interessare il lettore. Ammetto che mi hai convinto a guardare questa serie quando hai descritto il personaggio di Sae. Tendenzialmente ho molta paura quando film o serie televisive mostrano un personaggio diversamente abile perché il più delle volte tendono a farti provare pietà per lui/lei mostrandoti la loro menomanza ma dimenticandosi del personaggio stesso. In questo caso invece apprezzo che sia caratterizzata e che abbia anche dei comportamenti negativi. Questo la rende molto umana e mi fa piacere. Mi ha in un certo senso ricordato il personaggio di Josée nel film animato giapponese Josée, la tigre e i pesci che ti consiglio vivamente!

  49. luisa zambrotta ha detto:

    Grazie per questa interessante recensione!

    L’idea di un “quaderno collettivo” mi sembra fantastica!

  50. Carmine Ascolese ha detto:

    Grazie per l’emozione che trasmetti, mi sa che guarderò la serie, sono davvero curioso…alla prossima!!

  51. Riyueren ha detto:

    Mi piace, penso che la guarderò. Del resto ci trovo, dalla tua descrizione, alcuni punti in comune con la mia storia. Su Netflix ci sono i sottotitoli, ormai per me indispensabili. ❤

  52. martulina_96 ha detto:

    Grazie per il consiglio!

    Adoro troppo il tuo modo scrivere, la naturalezza con cui colleghi fatti della tua vita reale alle serie tv mi incanta tutte le volte che leggo una tua recensione.

  53. ili6 ha detto:

    Ciao, non ho l’abbonamento a Netflix, a volte penso di farlo poi desisto, magari prima o poi mi deciderò, chissà. Seguo qualche fiction su raiplay ma solo quando sono complete, non sopporto aspettare una settimana per il proseguo, non amo la pubblicità e mi piace amministrare il mio tempo di visione. Al momento preferisco leggere un buon libro. Hai comunque scritto una bella storia nel post, fresca e che potrebbe piacermi.

  54. elettasenso ha detto:

    Guarderò e come sempre dalle prime sequenze capirò se mi piace o no

  55. chiaramarinoni ha detto:

    Ciao wwayne

    scusami, il commento da Rosmery in versi in rima sciolta, era per Rosmery e inavvertitamente, sbagliando, ho risposto a te😉🤣.,So che non sei lei, bensì un bravissimo recensore di film e libri che apprezzo molto.🥰

    Ti ringrazio per gli auguri, buon appetito anche a te e buona serata.

    Un abbraccio 🥰

    Chiara

  56. versusverso ha detto:

    Anch’io mi sono laureato nel 2004… a marzo… Ciao.

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