Big in Japan

Haruki Murakami, Banana Yoshimoto e Yoko Ogawa stanno avendo ormai da anni un grande successo in tutto il mondo. Sono i 3 esponenti principali della moderna letteratura giapponese, un tipo di scrittura agli antipodi della nostra: non solo per ragioni geografiche e culturali, ma anche per motivi stilistici. La letteratura occidentale é abituata ad un ritmo narrativo lento: ne consegue che i nostri romanzi sono in genere poco scorrevoli e pieni di momenti morti, perché si dedica più spazio alla descrizione e alla riflessione che all’ azione vera e propria. E’ una rotta che non può essere invertita: fin dai poemi omerici siamo abituati a questa lentezza narrativa, ormai é entrata nei nostri cromosomi culturali. I romanzi giapponesi, al contrario, non hanno una virgola in più del necessario: la descrizione e la riflessione sono ridotte al minimo, e la narrazione procede serrata, ad un fatto succede subito un altro, senza inutili attese o digressioni. Questo modo di scrivere così scorrevole ha conquistato subito noi occidentali, era come se aspettassimo da sempre di poter leggere dei libri con questa agilità di esposizione. Inoltre, un altro dettaglio che ci ha colpito é il fatto che spesso nei romanzi giapponesi la narrazione procede in prima persona, creando così da subito un forte rapporto empatico tra il protagonista e il lettore. Come detto, questa osmosi letteraria tra Occidente e Oriente si é creata troppo tardi perché possa rivoluzionare più di tanto il nostro modo di scrivere; inoltre, si tratta di un contatto troppo recente per valutare se si tratti di un’ infatuazione passeggera o di una passione destinata a mettere radici, e quindi ad influenzare, sia pure in minima parte, il futuro della nostra letteratura. Tuttavia, il contatto c’é stato, e quindi é possibile che abbia delle conseguenze. Personalmente ritengo che, se ci fossero, per la letteratura occidentale sarebbe un progresso; certamente il prezzo da pagare sarebbe alto, la disgregazione, o quantomeno la contaminazione, di una tradizione millenaria, che ha dato i natali alla cultura mondiale. Per me, comunque, il gioco varrebbe la candela. Per voi?

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87 risposte a Big in Japan

  1. cinemaleo ha detto:

    L’incontro tra culture diverse è sempre auspicabile

  2. luxhandmade ha detto:

    Purtroppo tra i tre che hai citato ho letto solo Banana Yoshimoto, quale libro mi consiglieresti degl’altri autori?!
    A me la Yoshimoto piace, sarà che spesso i suoi libri assumono quasi le atmosfere manga e a me i manga piacciono molto, quello che non amo in generale in un libro invece è quando sono scritti in prima persona 😉 purtroppo amo il narratore onnisciente anche se non vale sempre per tutti i libri che ho letto.

  3. chiaramir ha detto:

    Non è niente male neanche Natsuo Kirino: “le 4 casalinghe di Tokio” e “Grotesque”…Secondo me la Yoshimoto si è un pò adagiata sugli allori(soldi) adesso

  4. Sono d’accordo con la tua analisi… Tra l’altro quel poco che ho scritto é stato influenzato da Murakami 🙂

  5. nuucs ha detto:

    Riflessione interessante, vorrei leggere Murakami, cosa mi consigli?

    • wwayne ha detto:

      Di Murakami ho letto nell’ordine:

      A sud del confine, a ovest del sole
      Dance dance dance
      La ragazza dello Sputnik
      L’uccello che girava le viti del mondo

      Sono state tutte e 4 delle bellissime esperienze, dei veri e propri viaggi all’interno di un libro unico, di un mondo sconosciuto, di una mente geniale.
      E come sempre succede alla fine di un bel viaggio, si è soddisfatti di come è andato, ma si è anche tristi, perché avremmo voluto prolungarlo per sempre. Sono convinto che farà lo stesso effetto anche a te.
      Ricambio i complimenti: anche il tuo blog è molto interessante, infatti mi ci sono iscritto. Inoltre metto qua il link del tuo post letterario, nella speranza che lo apprezzino anche i miei lettori: https://shenuucs.wordpress.com/2019/11/15/5-libri-da-leggere-a-novembre/. Grazie per il commento! : )

  6. Alix ha detto:

    Con cosa dovrei iniziare di Yoko Ogawa? Ultimamente ho sentito molto il suo nome ma non so da dove cominciare…

  7. Katrin PoeMg ha detto:

    Interessante adoro la cultura nipponica e i libri che negli anni ho letto e apprezzato, prendo nota magari aggiungi qualcosa di nuova alla libreria

  8. La Grazia ha detto:

    Hai davvero un bellissimo stile narrativo

  9. loriana72 ha detto:

    Molto interessante questa riflessione!

  10. Farida Hakim ha detto:

    Ho letto l’anulare di Yoko Ogawaqualche anno fa e l’ho trovato interessante proprio per il fatto di essere così diverso dalla nostra letteratura.

  11. vittorianaerba ha detto:

    Molto interessante questo scontro di stili. Non ho mai letto autori giapponesi e mi piacerebbe cimentarmi proprio per poter fare in prima persona il confronto tra letteratura lenta e veloce. Mi ispira Murakami!

    • wwayne ha detto:

      Ti ispira il migliore dei 3. Tra tutti i suoi libri ti consiglio di partire da “A sud del confine, a ovest del sole”, oppure da “Dance dance dance”: a mio giudizio sono i più belli che abbia mai scritto. Grazie mille per i complimenti e per il commento! : )

  12. Every Single Word ha detto:

    Giustissima analisi dello “stile” giapponese: personalmente sono ancora una neofita, ma la differenza tra la narrazione occidentale quella orientale è subito percepibile. 🙂

  13. carlomocci ha detto:

    In realtà abbiamo molti esempi di letteratura occidentale secca e diretta. A parte Hemingway, hai mai letto per esempio qualcosa di Paul Auster? Comunque, grande Murakami. Mi piace tantissimo

  14. Bella analisi, interessantissima. Dei tre autori che hai elencato ho letto solo Murakami (Norwegian wood e La ragazza dello Sputnik), è un autore che mi affascina sempre come modo di scrivere.

    • wwayne ha detto:

      Mi fa molto piacere che tu condivida la mia passione per questo grande scrittore. Della sua bibliografia ti consiglio di leggere anche “A sud del confine, a ovest del sole” e “Dance dance dance”: sono uno più bello dell’altro.
      Le belle parole che hai speso per me mi lusingano profondamente, e le ricambio di cuore: anche tu hai un bellissimo blog, e infatti mi ci sono iscritto. Anzi, già che ci sono metto qua il link del tuo ultimo post, nella speranza che lo apprezzino anche i miei lettori: https://lalibreriadianacleto.com/2020/05/05/parlarne-tra-amici-di-sally-rooney/. Grazie mille per i complimenti e per il commento! : )

  15. Enza Graziano ha detto:

    Ciao! Ho letto il tuo articolo ed è davvero interessante. Non ho letto tantissimo di letteratura giapponese, ma per quel poco che ho letto (Tanizaki, Shimazaki) ho avuto l’impressione opposta rispetto a ciò di cui parli. Sono, però, impressioni personali e non pareri tecnici. Forse, le mie sensazioni sono influenzate dal modo in cui io vedo la cultura giapponese: calma, riservata, riflessiva (perciò “lenta”).
    Devo ammettere che non ho mai letto Murakami (vergogna 🤦‍♀️) nonostante ne abbia acquistato dei libri: sono stata dissuasa da più persone. Di Yoshimoto ho letto Chie-chan e io.
    Nei prossimi giorni, comunque, parlerò di altri romanzi giapponesi. Se ti interessa, seguimi!

    • wwayne ha detto:

      Il miglior romanzo di Banana Yoshimoto è un altro, e cioè Honeymoon: leggilo, mi ringrazierai.
      Ho appena iniziato a seguirti, e non devo l’ora di leggere i tuoi prossimi post. Grazie mille per i complimenti e per il commento! : )

  16. Enchanted_Night ha detto:

    Ciao mi ha fatto molto piacere ricevere il tuo commento sul mio blog! Premetto che non sono una profonda conoscitrice della letteratura giapponese ma una grande appassionata sì. Di Murakami ho letto “Norwegian Wood” e “A sud del confine, a ovest del sole”, mi sono piaciuti entrambi moltissimo. Della Yoshimoto ho letto “Kitchen” (molto bello), “Presagio triste” (carino) e “L’ultima amante di Hachiko” (quest’ultimo non mi è piaciuto). Ho visto che consigli “Honeymoon”, devo recuperarlo al più presto 🙂 Quello che a me capita quando leggo Murakami è di visualizzare la trama come se fosse un anime, è come se ci fosse dentro un flusso che scorre e ti trascina. È una lettura scorrevole ma allo stesso tempo introspettiva e riflessiva, alle volte malinconica e triste. Però posso basarmi solo su quello che ho letto. Mi è stato molto utile leggere il tuo post sulle principali differenze tra letteratura Occidentale e Orientale. Mi piacciono anche i film d’animazione giapponesi, quelli dello studio Ghibli in primis. A te piacciono?

    • wwayne ha detto:

      Purtroppo non ne ho visto neanche uno! 🙂 Ho trovato molto belle le tue considerazioni su Murakami, e mi fa molto piacere di averti convinta a leggere Honeymoon: è di una bellezza indimenticabile.
      Come sai ho adorato 2 dei tuoi ultimi post, quindi metto i link qua nel mio blog, nella speranza che li apprezzino anche i miei lettori:

      “La ragazza del convenience store” di Murata Sayaka

      Helen Keller e Anne Sullivan: la forza di due donne dal destino comune


      Grazie mille per questo ricchissimo commento! : )

      • Enchanted_Night ha detto:

        Sei davvero gentile, grazie a te! E sono sicura che se vorrai dare una piccola possibilità a un film dello studio Ghibli, te ne innamorerai. Se ti piace un genere più realistico ti consiglio “Una tomba per le lucciole” di Isao Takahata (ma prepara i fazzoletti, io ogni volta che lo guardo piango come una fontana). Per quanto riguarda Hayao Miyazaki invece, personalmente ho iniziato da “Il castello errante di Howl”, e a seguire ho visto “La città incantata”, che ha vinto l’Oscar come miglior film d’animazione. Ma sono tutti belli. Allora ci rileggiamo presto, un caro saluto!

  17. Gabriella Caiazza ha detto:

    Per adesso ho letto un solo libro ambientato in Giappone, ma mi è piaciuto talmente tanto da convincermi a leggerne altri 😀

    https://writereader.art.blog/2021/02/07/quel-che-affidiamo-al-vento/

    • wwayne ha detto:

      Ho letto la tua recensione, e mi ha conquistato: appena riapre la libreria telefono subito per ordinarlo. Grazie mille per il tuo graditissimo ritorno nel mio blog, e buona Pasqua! : )

  18. recop ha detto:

    Si, hai centrato la differenza notevole tra la scrittura Giapponese e quella Occidentale.
    Effettivamente, hanno uno stile molto diretto e vanno dritti al punto.
    Io ti consiglierei anche Yasunari Kawabata (La banda di Asakusa e Il paese delle nevi).

    • wwayne ha detto:

      Ho letto un suo libro (Racconti in un palmo di mano), e ne sono rimasto estasiato: magari la prossima volta che passerò in biblioteca prenderò anche i 2 libri che mi hai consigliato.
      Nei commenti al tuo ultimo post (https://recensionieopinioni.wordpress.com/2021/05/23/libri-finanziari-che-andrebbero-letti-in-questo-2021/) hai scritto che il Giappone ha molti aspetti positivi e alcuni negativi: potresti essere più specifico/a, per favore?

      • recop ha detto:

        Tanti hanno scritto su questo tema.
        Tanti italiani che vivono in Giappone ne hanno parlato.

        Sicuramente tra gli aspetti positivi includerei; la sicurezza altissimo livello di sicurezza. La microcriminalità si attesta su livelli così bassi da essere considerata inesistente.
        Ovviamente, ce la mafia giapponese ma quella agisce diversamente da quella italiana.

        Efficienza e puntualità, sono un must tutti sanno dei trasporti pubblici che spaccano il minuto. Mai avuto un ritardo usando loro, anzi proprio di recente il conducente di un treno è andato in bagno ha fatto arrivare il treno con 1 minuto di ritardo e hanno aperto una inchiesta.

        Generalmente sono molto educati e rispettosi e ti aiutano anche se non parli il Giapponese cercano di aiutarti. Ovviamente sempre in generale.

        La pulizia, maniaci della pulizia. Cosa che non posso dire di tante altre popolazioni in zona ma anche in Europa. Le strade e le città sono pressoché impeccabili.

        Le Tasse.
        pressione fiscale nettamente inferiore rispetto all’Italia, in Giappone pagare le tasse è un dovere morale ma anche…un piacere! I servizi erogati dallo Stato in cambio del prelievo fiscale sono numerosi, efficaci e soprattutto puntuali.

        Hanno un Patrimonio Culturale notevole, inferiore a quello italiano ma solo perchè l’unesco non ha ancora incluso dei monumenti o villaggi che sono unici.

        Questa è personale, io amo la cucina Giapponese e non ti parlo solo del sushi, anzi… lo mangio anche poco ma ci sono piatti che in pochi da noi conosco perché tutti si vanno ad ammazzare di sushi negli all you can eat.

        Sanità con altri standard, certo non è totalmente pubblica come in Italia ma molto efficiente.

        Aspetti negativi.
        Mondo del lavoro, per me lo intendono troppo alla Samurai.
        Si stima che i giapponesi lavorino in media 12 ore al giorno, sei giorni su sette. Inoltre è buona norma farsi trovare sul posto di lavoro almeno mezz’ora prima dell’orario previsto e non tornare a casa finché il superiore non se ne va.

        Razzismo. Il Giappone è storicamente un paese nazionalista: non importa da quanti anni si vive qui, uno straniero sarà sempre considerato un gaijin (lett. persona di un paese esterno).
        Poi certo, le nuove generazioni stanno cambiando mentalità e tante giapponesi sono sposate con uomini occidentali ma sono ancora una fortissima minoranza.

        Clima. In generale il clima è simile a quello italiano, ad eccezione di alcuni fenomeni climatici poco simpatici che interessano il paese in vari periodi dell’anno. In particolare tra giugno e luglio si ha la stagione delle piogge, periodo in cui si alternano acquazzoni a piogge leggere.

        Da agosto a novembre ci sono i tifoni, i quali possono causare numerosi disagi a chi ha programmato di sposarsi di continuo. L’estate è caratterizzata da un livello d’umidità pazzesco, a tratti invivibile. Oltretutto è molto facile ammalarsi poiché ogni esercizio pubblico dispone di un condizionatore d’aria che sottopone le persone a continui sbalzi di temperatura.

        La società giapponese è profondamente maschilista. Le cose stanno lentamente migliorando, tuttavia ci sono ancora molte attività precluse alle donne, come dormire in alcuni capsule hotel.

        Ci sono altri aspetti negativi ma sono opinioni personali, altri potremmo non essere d’accordo.

        Per me, il Giappone è costruito per i Giapponesi. Puoi viverci, lavorare e sposarti ma sarai sempre uno straniero.
        Tuttavia, va notato e sottolineato che questa è una caratteristica più o meno di tutta l’Asia.

      • wwayne ha detto:

        Grazie mille per questa ricchissima risposta! : )

      • recop ha detto:

        Figurati, in tanti hanno scritto di questi aspetti.
        Ma è normale, tutte le nazioni hanno aspetti positivi e negativi.

      • wwayne ha detto:

        Sono totalmente d’accordo. Buon fine settimana, e a presto! : )

      • recop ha detto:

        Scusa il ritardo, però sono in tempo per augurarti questo buon fine settimana.

      • wwayne ha detto:

        Augurio che ricambio con piacere! : ) A presto! : )

  19. Libri, cinema e varietà ... ha detto:

    Buongiorno! E’ una riflessione molto interessante la tua e, pur avendo letto solo un romanzo proveniente dalle terre d’Oriente, mi trovo d’accordo con te e ho percepito nella lettura ciò che dici nella tua analisi stilistico-filosofica. 😀

  20. fogliodipergamena ha detto:

    Sono d’accordo con la tua analisi. D’altronde non ho letto moltissimi libri di cultura orientale per poter esprimere appieno un mio giudizio. Dal canto mio ho avuto l’onore di leggere un romanzo dell’autore Toshikazu Kawaguchi, “Finché il caffè é caldo”. Una lettura molto scorrevole e la consiglio vivamente in quanto l’ho trovato un balsamo per le nostre anime ferite😊 vi lascio il link per leggere al mia recensione al riguardo https://fogliodipergamena.wordpress.com/2021/09/03/finche-il-caffe-e-caldo-di-toshikazu-kawaguchi/

  21. Marta.Sognatrice ha detto:

    Ho iniziato a leggere letteratura giapponese nell’ultimo anno, ma anche asiatica in generale e lo trovo un modo per arricchirmi ulteriormente. È un mondo molto distante dal mio, e a volte la loro scrittura lascia il segno, altre volte forse non mi arriva quanto vorrei. Comunque ci sono state letture che mi sono piaciute molto! Tra gli autori citati ho letto solo Kitchen di Yoshimoto e L’isola dei senza memoria, di Ogawa e non mi sono dispiaciuti. Ma anche altri autori! Murakami invece ancora mi manca. Primo o poi lo recupero!

  22. alicespiga82 ha detto:

    I miei romanzi preferiti in assoluto di Murakami sono: Nel segno della pecora (che va letto prima di Dance Dance Dance perché sono uno il proseguimento dell’altro) e Norwegian Wood. L’unico che non sono riuscita a finire è L’uccello che girava le viti nel mondo. Mi sono arenata quando il protagonista finisce nel buco, nel pozzo o quello che era. Non sono mai riuscita ad andare oltre… 😜

    • wwayne ha detto:

      Sono totalmente d’accordo su Dance dance dance: è davvero un romanzo straordinario. Grazie ancora per la chiacchierata, piacevolissima come sempre! : )

  23. losqualificato ha detto:

    In realtà leggendo autori giapponesi meno noti o del primo novecento, il ritmo narrativo è persino più lento di quello dei romanzi occidentali. L’impressione che ho io è che autori come Murakami e Yoshimoto strizzino molto l’occhio al lettore occidentale. Murakami, in particolare, è molto contaminato dalla letteratura americana, di cui ha tradotto diversi titoli importanti in giapponese.

    • wwayne ha detto:

      Forse è proprio per la loro scelta di adottare uno stile di scrittura “occidentale” che Murakami e la Yoshimoto hanno avuto un grande successo in tutto il mondo. Tra l’altro la Yoshimoto è stata per molti anni la mia scrittrice preferita, poi è stata colpita da un’evidente e profondissima depressione, che ha reso i suoi romanzi più neri della pece. Oggi preferisco di gran lunga Murakami.
      A proposito di Murakami, dato che anche tu gli hai dedicato un post, metto il link qua nel mio blog, nella speranza che lo apprezzino anche i miei lettori: https://losqualificato.wordpress.com/2022/11/16/io-e-murakami/. Grazie mille per questo commento così ricco di informazioni interessanti e che non conoscevo! : )

  24. maiogianlucauni ha detto:

    Tra i tre che hai citato ho letto sia Yoshimoto che Murakami, ma forse Yoshimoto, dal suo unico libro che ho letto, è un po’ più vicino allo stile occidentale. Il suo romanzo che ho letto l’ho trovato un po’ lento, nel senso che faceva proprio sembrare che il tempo scorresse con una frequenza diversa.

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