Il mio anno a Tokyo

Da molti anni viviamo in una sorta di gigantesco flipper. Intendo dire che gli spostamenti di persone, merci e informazioni sono diventati così facili e veloci che ognuno di noi può andare da una parte all’altra del mondo con la stessa rapidità di una pallina da flipper: la mattina sei a Milano, la sera puoi essere già a New York. E non importa neanche sborsare chissà quali cifre: grazie ai voli low cost, fare il giro del mondo è diventato un obiettivo per tutte le tasche.
Un’ovvia conseguenza di questo fenomeno è la tendenza ad assomigliarci un po’ tutti. Quando le distanze erano incolmabili e gli scambi culturali erano ridotti al minimo, ogni popolo tendeva ad avere degli usi e costumi nettamente diversi l’uno dall’altro; adesso che invece il mondo è diventato un grande villaggio globale, uno spagnolo finisce per fare più o meno le stesse cose di un messicano, con pochissime variazioni.
Eppure anche in questo contesto ci sono dei popoli che riescono a mantenere una loro originalità. Sono quei popoli che hanno un’indole molto conservatrice, e quindi non aderiscono più di tanto a quest’omologazione totale degli stili di vita. Ad esempio, le città del Giappone a livello estetico sono quasi indistinguibili dalle metropoli americane, e quindi ci viene da pensare che anche i giapponesi siano diventati più o meno come noi; in realtà lo hanno fatto solo negli aspetti più superficiali (come appunto la costruzione di grattacieli), ma nell’indole continuano ad essere profondamente diversi.
Ad esempio, noi italiani siamo molto informali: se cominciamo a conoscere qualcuno, non ci sentiamo fuori luogo a porgergli una domanda personale; se qualcuno ci fa un favore, non ci verrebbe mai da fargli un inchino per ringraziarlo; se qualcuno ci porge un biglietto da visita, non penseremmo mai che prenderlo con una mano o con due faccia chissà quale differenza. Per i giapponesi invece queste regole di bon ton sono di un’importanza enorme, e se qualcuno non le osserva non fa una semplice gaffe, ma una vera e propria offesa. Ovviamente potrei fare mille altri esempi, ma questa differenza è una di quelle che balzano subito all’occhio, perché emerge già al momento delle presentazioni.
Proprio perché il Giappone continua ad essere un luogo unico al mondo e con regole tutte sue, gli stranieri fanno una fatica tremenda ad ambientarsi. Se ci vanno per turismo rimangono affascinati da tutte le piccole e grandi differenze che scoprono, ma se ci vanno per restare tendono a sentirsi dei pesci fuor d’acqua, e ad esasperarsi nel rendersi conto che anche per compiere l’azione più semplice devono adattarsi ad un modo di fare totalmente diverso rispetto a quello a cui erano abituati.
Hailey invece si è ambientata brillantemente. All’inizio la sua esuberanza è stata malvista dai compostissimi abitanti di Tokyo, ma con il tempo ha imparato a farsi benvolere, al punto che è riuscita a farsi assumere per un lavoro a contatto con il pubblico. E’ un lavoro un po’ particolare, che in Occidente non esiste: potremmo definirla una chiacchierona a pagamento. In alcuni pub giapponesi infatti gli uomini non vogliono soltanto bere, ma anche avere al proprio fianco una bella donna con cui fare conversazione, e che viene fornita direttamente dal pub in cambio di un sovrapprezzo sulla consumazione: Hailey è carina e la parlantina non le manca, quindi è perfetta per il ruolo.
Ovviamente il suo lavoro non è molto benvisto, perché agli occhi dei giapponesi (ma credo anche degli italiani) è una forma di prostituzione; lei però non si fa di questi problemi, perché in fondo non fa male a nessuno, e la cosa peggiore che può capitarle è di passare un’ora del suo tempo con un cliente noioso o cafone.
Poi una sera capita un cliente diverso dal solito. Non è il solito sfigato che ha bisogno di pagare per ottenere l’attenzione di una bella donna: è un giovane bello e posato, che potrebbe avere gratis tutte le donne che vuole, ma che per qualche motivo si è preso una cotta per Hailey. Ma quando i 2 cominceranno a conoscersi meglio, allora tutte le differenze di cui vi parlavo prima emergeranno con prepotenza, e non sarà facile trovare un punto d’incontro…
Per come ve l’ho descritto, il tema principale di Tokyo a mezzanotte di Mia Another potrebbe sembrare l’amore tra due persone appartenenti a civiltà totalmente diverse. In realtà questo è un tema secondario, perché il vero intento dell’autrice è farci conoscere il Giappone a tutto tondo, svelandoci tanti piccoli e grandi dettagli che si possono cogliere soltanto vivendo lì.
Probabilmente non andrò mai a Tokyo, e continuerò a passare l’Estate in Liguria per il resto dei miei giorni. Ma grazie a questo libro, per qualche giorno ho avuto l’illusione di esserci stato, e di averla conosciuta molto più di tanti turisti che ci sono andati davvero. Per questo motivo, lo consiglio caldamente anche a voi.

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206 risposte a Il mio anno a Tokyo

  1. Grazia Palmisano ha detto:

    Che bello questo post, coinvolgente, letto d’un fiato, dava davvero l’idea di un tuo viaggio reale, solo alla fine ho capito che era reale ma non del tutto. Segnato libro, spero lo abbiano in biblo. Buona domenica

  2. denken00 ha detto:

    Condivido la riflessione, come il fare questi viaggi in cui ci accompagni. Che bravo sei

  3. BD ha detto:

    Lo devo leggere, mi hai incuriosito.
    Mi hai preso dall’inizio alla fine, gabbandomi: credevo parlassi di te e invece!

  4. Diamantina58 ha detto:

    Complimenti per il tuo post: ben scritto e interessante, mi hai fatto venir voglia di leggere questo libro, ammiro e sono curiosa della cultura giapponese. Grazie

  5. Diamantina58 ha detto:

    Grazie del suggerimento:)

  6. Giada ha detto:

    Splendido post!!! L’ho adorato! 😊

  7. silviatico ha detto:

    Ottima recensione, caro wwayne: la si legge come si bevesse acqua fresca. Alla fine viene quasi voglia di rileggerla. E poi comprarsi pure il libro, complimenti.
    Ciao

    ps:https://youtu.be/Qf0JD0gBDMc

  8. J ha detto:

    Eh. Adesso come faccio a non leggerlo? Mannaggia a te che istighi alla lettura!

  9. Silvia Lo Giudice ha detto:

    In effetti anche io sono molto curiosa di storie di altri paesi e civiltà. Così è un modo per viaggiare e per conoscere usi e costumi. Buona giornata, caro amico.

  10. Daniela ha detto:

    premesso che i voli sono pure lowcost ma le permanenze in certi luoghi prosciugherebbero il conto in banca personalmente preferisco fare un pochino di fatica nell’ambientarmi ma essere riscontrare proprio quelle differenze culturali che contraddistinguono i popoli. Il Giappone è tradizionalmente il più compassato e cerimonioso per tradizione, ma sarà perchè mi ha sempre attratto e perchè noi piemontesi doc siamo tendenzialmente schivi e distaccati, non lo sento così difficile da assimilare. Mi piacerebbe andarci, ma fa parte di quei viaggi che vanno fatti con una disponibilità di tempo e denaro indispensabile per poterlo conoscere decentemente
    bel post e un buon suggerimento, buona domenica WW

    • wwayne ha detto:

      A proposito di viaggi, sono stato soltanto una volta nella tua regione, ma il paesino che ho visitato (Ceva) mi ha davvero rubato il cuore: se non ci sei stata, te lo consiglio caldamente.
      Ho adorato il tuo ultimo post, quindi metto il link qua nel mio blog, nella speranza che lo apprezzino anche i miei lettori: https://ilmondodibabajaga.wordpress.com/2022/04/30/swingrowers/.
      Chiudo la mia replica con una canzone, a mio giudizio paragonabile per bellezza a quella che hai segnalato in quel post:

      Grazie mille per i complimenti e per quest’ottimo commento, e buona Domenica anche a te! : )

  11. Leonardo ha detto:

    anche io ci sono cascato! credevo stessi raccontando una tua storia 🙂
    ma d’altronde tutte le storie che leggiamo dai libri diventano anche le nostre…
    buona giornata!

  12. brunonavoni ha detto:

    Ottima analisi antropologica, esistenziale ed estetica. Un abbraccione

  13. Laura Parise ha detto:

    Complimenti per il post! Hai ragione, in molti paesi ormai è un po’ non come essere mai pariti. Tokyo è una città, o meglio il Giappone, è un paese che non ho mai visitato ma che mi risulta molto affascinante e che spero un giorno di avere la fortuna di visitare. Soprattutto dopo quanto ho letto qui, la curiosità è aumentata

  14. Ehipenny ha detto:

    Questo me lo segno, mi affascina il Giappone, anche se non è in cima alla mia lista di mete per i “viaggi da fare almeno una volta nella vita”. Ho letto alcuni libri di Murakami ma l’ambientazione non è centrale, sarebbe qualcosa di diverso da leggere 🙂

  15. Emyly Cabor ha detto:

    Ma che bel post. Mi ha coinvolta. La cultura giapponese mi piace molto, ho un’ amica che vive a Tokio e spesso parliamo delle tante regole di Bon ton. 🙂

  16. complimenti, una recensione stupenda! ho letto volentieri e con attenzione! dorvò proprio leggerlo!!! e spero che sia scritto bene come scrivi tu!!!

  17. •Pat ha detto:

    Il Giappone è il mio sogno nel cassetto. Chissà che non riesca a realizzarlo, prima o poi. Mi è piaciuto molto il tuo post! Buona domenica wwayne.

  18. Instabile Costante ha detto:

    Davvero geniale il modo in cui hai presentato un libro. Amo leggere e amo i libri, non sono un’amante dei romanzi romantici, ma il modo in cui lo hai descritto mi ha fatto venire voglia di leggerlo… Grazie

    • wwayne ha detto:

      Ho messo molto impegno nella scrittura di questo post, quindi le belle parole che hai speso per me mi lusingano profondamente, e mi ripagano di tutti i miei sforzi. Grazie a te per i complimenti e per il commento, e buona Domenica! : )

  19. glicine61 ha detto:

    Il Giappone é una terra molto particolare dal poco che ne so e gli abitanti fanno bene a mantenere le loro tradizioni…è così brutta l’omologazione. Dev’essere interessante il libro di cui parli per conoscere un pò l’originale e misterioso Giappone. Un prezioso consiglio il tuo, grazie!
    Un caro saluto e buona Domenica! 😊🦋🤗

  20. Gianluca Brescia ha detto:

    Ciao wwayne! Il testo che hai scritto rappresenta ormai una realtà molto consolidata. Non solo la famosa “Globalizzazione” degli anni ’80 e ’90 ma secondo me ora di più, come se fosse un livello superiore.

    Sull’esperienza della ragazza che hai citato tempo fa avevo letto qualcosa su questa pratica.

    Ciao e buona domenica

  21. Austin Dove ha detto:

    conosci il film The Ramen Girl?
    parla di una ragazza americana che in giappone vuole diventare maestra di ramen e anche qui tutte le differenze culturali emergono prepotentemente

  22. recensioni53 ha detto:

    Hai ragione ormai le differenze culturali fra i paesi tendono a scomparire ed in ogni città, anche estera, ci sono gli stessi negozi di abbigliamento e gli stessi esercizi di ristorazione. Stiamo perdendo tanto. I giapponesi ancora forse perché isolati tendono a valorizzare le qualità altrui minimizzando le loro e questo è un sistema che mantiene stabilità e armonia , aiutando a ridurre l’insorgenza dei conflitti.

  23. siciliamara ha detto:

    Mi sono incuriosita…adesso cerco questo libro e lo compro.

  24. Bergontieleonora ha detto:

    Complimenti per il post wwayne, 👏👏👏👏! È scritto in un modo che sembra davvero che si sia all’interno di un viaggio in Giappone e solo alla fine sveli che è la trama di un libro, 👍👍👍. Uno dei miei hobby è la lettura e leggo un po’ di tutto. L’unico libro che ho letto, almeno finora, ambientato in Giappone è “Memorie di una geisha”, ma anche questo libro ha tutte le premesse per essere un libro interessante da leggere, 😉.

  25. Maria Guidi ha detto:

    So che molti sono affascinati dal Giappone, ma a me proprio non attira. L’unica cosa che mi piacerebbe vedere è la fioritura dei ciliegi. Per il resto, io amo i paesi nordici 🤩

  26. Pingback: Il mio anno a TokyoTalkwalker Alert: 50 results for [turismo] – Canil Viaggi

  27. onofrio81 ha detto:

    E io che credevo fosse una tua esperienza…non si fa così, mi hai ingannato…cattivo! Bell’articolo, bravo!

  28. Kikkakonekka ha detto:

    Il mio amico Matteo 3 anni fa ha fatto il viaggio di nozze proprio in Giappone, una nazione che ama e che voleva a tutti i costi vedere con i propri occhi.
    E’ un mondo a parte: tecnologico, e contemporaneamente molto chiuso in se stesso, con tradizioni che sembrano solo folklore colorato, ma che per loro significa moltissimo.
    C’è molto da imparare da un popolo come quello giapponese.

    • wwayne ha detto:

      Sono totalmente d’accordo con te, perché anch’io tengo molto alla tradizione. Parto dal presupposto che se un’usanza è rimasta in vigore a lungo, superando anche più di una barriera generazionale, allora vuol dire che probabilmente c’è qualcosa di saggio in essa: di conseguenza dovremmo preservarla, non “rottamarla” (per usare un verbo molto caro a chi vuole svecchiare a prescindere).
      Poi certo, è sbagliato anche l’estremo opposto di glorificare a priori tutto ciò che è tradizionale (anche il razzismo è stato a lungo una tradizione degli Stati Uniti e del mondo intero, per dire), ma in linea generale credo che il mio ragionamento sia corretto.
      Ho adorato il tuo ultimo post, quindi metto il link qua nel mio blog, nella speranza che lo apprezzino anche i miei lettori: https://nonsonoipocondriaco.wordpress.com/2022/04/30/saturday-pop-marina-rei-un-inverno-da-baciare-scusa-lallucinazione/.
      Chiudo la mia risposta proprio con una canzone di Marina Rei:

      Grazie mille per quest’ottimo commento, e buona Domenica! : )

  29. Q.M. ha detto:

    Magnifico post, un piacere leggerti. Non conoscevo Mia Another, grazie, buona scoperta. Un film molto interesante, per conoscere di più: Mappa dei suoni di Tokyo anno : 2009 Spagna Direttore : Isabel Coixet

    • wwayne ha detto:

      Non conoscevo questo film, quindi la tua segnalazione è stata molto preziosa.
      Ho adorato il tuo ultimo post, quindi metto il link qua nel mio blog, nella speranza che lo apprezzino anche i miei lettori: https://quimojiblog.wordpress.com/2022/04/30/fotografia/. Grazie mille per i complimenti e per quest’ottimo commento, e buona Domenica! : )

      • Q.M. ha detto:

        Grazie wwayne dalle tue parole. Sei molto gentile. Ti ringrazio anche la condivisione del mio sito web. Fra tanto ho scaricato il libro Tokyo a mezzanotte (Amazon) in formato ebook, veramente economico 0,99 euro. Promette un buon tempo di lettura, e anche cosí rinfresco il mio italiano, ne ho bisogno, un pò dimenticato dopo tanti anni da quando l’avevo imparato a Perugia(Università per stranieri). Saluti.

      • wwayne ha detto:

        Mi fa molto piacere che tu sia riuscito a trovarlo ad un prezzo così conveniente! Buona lettura, e saluti anche a te! : )

  30. Daniele Artioli ha detto:

    Proprio per questo motivo il Giappone è un Paese dove non potrei mai vivere e dove non mi trasferirei mai: per una vacanza ci andrei di corsa, ma pensare di dover vivere tutta la vita in un ambiente così formale dove è sufficiente fare un movimento con la mano sbagliata o sbagliare un suffisso in una parola per offendere qualcuno mi angoscia da morire.
    Alla fine Hailey è una geisha, visto che è proprio questo che facevano: intrattenere degli uomini con una conversazione brillante, della musica e delle cerimonie ben eseguite – ovvio, a volte c’era anche la deriva sessuale, ma non era affatto la norma.
    Mi sembra interessante, mi sono segnato il titolo (insieme a Buick 8 che mi consigli sempre ma ancora non ho letto! 😅).

    • wwayne ha detto:

      Non ci avevo pensato, ma hai ragione: in un certo senso la “chiacchierona a pagamento” (figura realmente esistente in Giappone) è una sorta di versione aggiornata della geisha.
      Riguardo a Buick 8, è davvero un romanzo straordinario: non vedo l’ora di poterne discutere con te.
      Noto che anche tu hai da poco pubblicato un post letterario, quindi metto il link qua nel mio blog, nella speranza che lo apprezzino anche i miei lettori: https://chestoftalesblog.wordpress.com/2022/04/12/la-canzone-di-achille-di-madeline-miller/. Grazie mille per questo commento così acuto, e buona Domenica! : )

  31. marisasalabelle ha detto:

    Di questi tempi i libri che parlano del Giappone vanno moltissimo: in libreria trovi pile dei libri di Laura Imai Messina, per non parlare delle numerose variazioni sul caffè (Finché il caffè è caldo, Basta un caffè per essere felici etc); sono una convinta sostenitrice della profonda diversità giapponese, a patto che non venga ridotta a un cliché. Il mio autore giapponese preferito è Haruki Murakami, che è proprio come dici nel post, apparentemente molto occidentale, in realtà profondamente giapponese. Mi piaceva anche un regista straordinario, Takeshi Kitano, e in maniera particolare il suo film Dolls: non so se lavori ancora.

    • wwayne ha detto:

      Il libro di debutto di Laura Imai Messina (Tokyo orizzontale) è molto simile a questo, ma a mio giudizio è peggiore, sia come trama che come qualità della scrittura.
      Riguardo a Takeshi Kitano, stando alla sua pagina imdb il suo ultimo film da regista risale al 2017, e l’ultimo da attore al 2020: probabilmente la vecchiaia e la pandemia gli hanno fatto passare la voglia.
      Comunque non mi ero accorto che negli ultimi tempi si fosse accentuato il sempiterno amore dei lettori italiani per i romanzi di ambientazione giapponese. La cosa mi torna comunque, perché (come Le ho scritto nel Suo blog) questo è l’unico libro da me letto nel 2022 che io abbia scoperto durante un giro in libreria: sugli scaffali delle librerie vengono messi i titoli che “tirano”, quindi il fatto che io l’abbia trovato così conferma la Sua osservazione.
      Rimanendo in tema di libri, metto qua il link di Amazon a cui è possibile acquistare il Suo, nella speranza che i miei lettori lo comprino in un ordine unico insieme a Tokyo a mezzanotte: https://www.amazon.it/Gli-ingranaggi-ricordi-Marisa-Salabelle/dp/8868512602/. Grazie mille per questo commento così acuto, e buona Domenica! : )

  32. luisa zambrotta ha detto:

    Come sempre, è un post meraviglioso. Ho fatto una veloce visita al Giappone in tua compagnia e mi sono segnata il titolo del romanzo!
    Buon pomeriggio 🙏🎈🙏

  33. Loris Martino ha detto:

    Anche se non sono mai stato a Tokyo (strano per uno come me che ha girato il mondo e apprezza molto le città moderne!) posso dire di aver conosciuto usi e costumi molto diversi nei vari luoghi in cui sono stato, ma ho notato anche che nessuna di queste differenze fosse così profonda da rendere impossibile uno scambio proficuo, e magari anche un rapporto profondo, fra due persone appartenenti a culture lontane fra loro. È giusto dire che non siamo tutti uguali, ma anche che non siamo tutti (troppo) diversi: è bene ricordarsi l’appartenenza di tutti alla grande cultura umana, anche per evitare discriminazioni, e alla base della natura di essere umani c’è il bisogno di relazioni, le quali a volte riescono anche ad abbattere le barriere più grandi.

  34. Molto interessante questa tua riflessione 😀! Il mondo globalizzato e multiculturale è bello, ma come dici tu, sicuramente, oltre ai pro ha anche i suoi contro, perché siamo tutti più “omologati” invece nelle differenze c’è tanta ricchezza! Grazie per il consiglio di lettura, non conoscevo questo aspetto della cultura giapponese!

  35. chiaramarinoni ha detto:

    Ciao wwayne
    che bello il Giappone, mi piacerebbe andarci, ma ahi me ho paura del volo😥. Quindi il consiglio del libro è ottimo: viaggiare comodi da casa🥰👍🤩.
    Sai fino a quando mio nonno era in vita andavamo a trovarlo a Celle Ligure (Lui abitava lì) e passavamo tutta l’estate da lui week end e feste varie..
    Grazie per essere passato da me. È sempre un vero piacere leggere le tue belle recensioni.
    Un abbraccio 🤩👍
    Chiara

  36. POLITIX ha detto:

    Ottima recenzione, Mr Wayne!
    Devo cercare il libro.. e trovare il tempo di leggerlo 🙂
    Grazie per l’invito! Serena sera !

  37. Hermio ha detto:

    il Giappone è come un altro pianeta…per lo meno così pare da lontano 🙂

  38. carlalanciotti ha detto:

    Grazie… Anche io pensavo fosse un viaggio tuo personale.
    Comunque non sono sicura che per noi occidentali sia così difficile ambientarsi in Giappone… Mio fratello è andato e non è più voluto tornare indietro! (Infatti ha sposato una giapponese)

  39. Nemesys ha detto:

    Pur jon essendoci mai stata, sono molto affascinata dal Giappone e della sua cultura. Ritengo i giapponesi un popolo armonioso in tutto per tutto, homuna vera ammirazione per loro!!! Acquisterò sicuramente il libro è grazie per averlo segnalato fantastico Wwayne 😊

  40. La tua descrizione è talmente accattivante, che da divoratrice di libri quale sono, sarà assolutamente il mio prossimo acquisto! Grazie 🙂

  41. kasabake ha detto:

    Post assolutamente meraviglioso e non solo perché è di fatto una splendida recensione, ma perché davvero scritto con il cuore (perché evoca immagini in chi legge) e con il cervello (perché misurato, curioso, attento), da applausi.
    Letto di sfuggita, potrebbe apparire un tuo post minore, proprio perché non legato a qualche fenomeno social in voga ma invece penso sia una delle tue cose migliori degli ultimi tempi!

    • wwayne ha detto:

      In un certo senso tutti i miei post letterari sono dei post minori, nel senso che (salvo rare eccezioni) sono destinati a raccogliere molti meno clic di quelli cinematografici. Tuttavia, anche quei pochi clic possono tradursi in qualche copia venduta, e per un autore emergente ogni singolo libro che riesce a vendere è una grande soddisfazione.
      Dato che sei stato tu l’ispiratore di questo post, ho dato a Cesare quel che è di Cesare, mettendo più volte il link del tuo post sulle serie tv coreane e precisando che questa recensione, pur trattando un argomento totalmente diverso, è a tutti gli effetti “figlia” di quel post. Tra l’altro è già la seconda volta che succede: come ricorderai, anche un’altra mia recensione (https://wwayne.wordpress.com/2021/10/14/una-brava-ragazza/) nacque a seguito di una chiacchierata su Ranma 1/2 che facemmo nei commenti ad un altro tuo post (https://comecerchinellacqua.wordpress.com/2021/10/08/dai-meme-agli-you-tube-poop/).
      Le belle parole che hai speso per me mi lusingano profondamente, anche perché sono rivolte ad un post sul quale ho lavorato in maniera molto intensa: ho cominciato a scriverlo alle 22 e a mezzanotte era già pubblicato, ma in quelle 2 ore non ho fatto neanche un minuto di pausa. Sono stato anche fortunato a trovare rapidamente l’immagine giusta: il sorriso dolce della ragazza nella foto la rende perfetta per “impersonare” Hailey, e per puro caso la scritta sullo sfondo (Service continu 10h à minuit) si accorda perfettamente con il titolo del romanzo (Tokyo a mezzanotte).
      Come sempre, ti lascio una canzone (dolcissima anch’essa):

      Grazie mille per i complimenti e per il commento, e buona settimana! : )

      • kasabake ha detto:

        Grazie di tutto, per le citazioni ed i rimandi al mio post, ma anche per la cortesia di aver attribuito una paternità alla nostra chiacchierata ed infine grazie anche per la canzone, davvero dolcissima!
        Buona serata amico mio!

      • wwayne ha detto:

        Buona serata anche a te, e a presto! : )

  42. il barman del club ha detto:

    Grazie del consiglio, perché, come hai predetto, per noi occidentali il Giappone conserva sempre un certo fascino, almeno, apparentemente. Poi, come sempre succede, vivendoci tutto cambia. La trama del libro intriga non poco. A proposito: hai visto il film “Dove la terra trema”?

  43. bonipaola ha detto:

    anche questo me lo segno più che volentieri! Sarei dovuta andare in Giappone per il viaggio di nozze, ma visto che è ancora chiuso per turismo abbia dovuto cambiare meta. Almeno così potrò andarci con la mente ^,.,^

  44. vittynablog ha detto:

    Giustissima la tua riflessione sull’importanza di conoscere gli usi e i costumi di un popolo così progredito ma attaccato alle tradizioni come il Giappone. Mi piacerebbe tanto poterlo visitare . Nel frattempo leggerò il libro che hai consigliato. Hai visto mai che prima o poi possa servirmi? Grazie per le dritte!!!! 🙂

    • wwayne ha detto:

      Ti auguro di cuore che il tuo sogno si realizzi. Tra l’altro sono convinto che, se tu andassi in Giappone, quest’esperienza ti ispirerebbe una valanga di post uno più bello dell’altro! : )
      A proposito dei tuoi post, noto che anche tu ne hai scritto uno sui viaggi, quindi metto il link qua nel mio blog, nella speranza che lo apprezzino anche i miei lettori: https://vittynablog.wordpress.com/2022/04/28/innocenti-evasioni/. Grazie a te per i complimenti e per il commento, e buona settimana! : )

  45. low profile ha detto:

    Penso che la cultura orientale abbia moltissimo da insegnarci, come spiritualità e visione del mondo. Segno anche questo titolo per il modo in cui si parla del Giappone: chi meglio di una ragazza che offre compagnia può spiegarci usi e costumi? Grazie di 🖤 !

  46. Pingback: Il mio anno a Tokyo | Low Profile

    • wwayne ha detto:

      Ho visto il video, e l’ho trovato molto interessante. In particolare mi ha colpito il passaggio in cui la Youtuber dice che in Giappone non ci si dichiara mai apertamente in disaccordo con il pensiero altrui, e quindi si preferisce non dire chiaro e tondo “Hai torto” oppure “E’ brutto”: si tende a usare piuttosto delle frasi più “sfumate” del tipo “Non è di mio gusto”, oppure addirittura mentire dicendo “Non è male”. Da questo punto di vista anche in Occidente ci si sta orientando in questo senso, a causa del diffondersi del linguaggio “politicamente corretto”; tuttavia, proprio perché noi occidentali siamo abituati ad esprimerci con maggiore libertà, molte persone (me compreso) stanno avendo una reazione di rigetto nei confronti di questo stile comunicativo.
      Come sai ho adorato il tuo penultimo post, quindi metto il link qua nel mio blog, nella speranza che lo apprezzino anche i miei lettori: https://mymarzia.blog/2022/05/02/i-fiori-di-primavera/. Grazie per il commento! : )

  47. Federico Cinti ha detto:

    Molto interessante questo post, dal sapore esotico e inafferrabile come l’aura che circonda il Giappone e i giapponesi. avevo un paio di amici che hanno fatto di tutto per andare colà: il racconto che emerge dal tuo post è pressappoco come il racconto che avevano fatto loro di ritorno dal Paese del sol levante. Ecco, mi ha colpito la figura di Haile, una chiacchierona di professione, diciamo pure così. Anche qui ne esistono, ma non di professione, nel senso che non vengono pagate per i profluvi di parole, Ma che te lo dico a fare? Comunque, grazie: devo assolutamente leggere il testo di cui parli…

  48. mchan84 ha detto:

    Hallo!
    Il Giappone è stata la mia prima grande passione (molto probabilmente a causa dei manga e degli anime) quindi grazie mille per la dritta dato che non conoscevo questo libro, ma mi sembra molto interessante.
    Mchan

  49. alicespiga82 ha detto:

    Ho pensato fin quasi alla fine che fossi andato a vivere in Giappone! Questo libro ti ha proprio ispirato… 🙂 Detto questo, ti consiglio questo blog: https://fudemameintokyo.wordpress.com/. La ragazza che scrive si è trasferita a Tokyo e parla della sua esperienza e delle abitudini di vita dei giapponesi. Mi piace tantissimo.

  50. Madame Verdurin ha detto:

    Mi hai fatto pensare a Lost in Translation: anche qui si vede una Tokyo in cui i protagonisti si sentono estranei e sperduti. L’integrazione è inconcepibile, tanto che i due, diversissimi a prima vista, si avvicinano moltissimo per combattere la solitudine e danno vita a un rapporto molto profondo. Forse Sofia Coppola offre uno sguardo un po’ superficiale del Giappone contemporaneo, ma questo non fa che convalidare la tesi che quella cultura per noi occidentali è quasi impenetrabile.

  51. marzia ha detto:

    Non so se mi piace il politicamente corretto, sebbene eviti i contrasti.
    Magari si evitano conflitti tra le persone. Secondo me è preferibile non aprirsi se non conosciamo l’interlocutore…

    • wwayne ha detto:

      Hai detto bene, quando abbiamo davanti uno sconosciuto non possiamo mai sapere come reagirà alle nostre parole (anche quando ha un’aria mansueta). Grazie ancora per la chiacchierata (piacevole come sempre), e buon fine settimana! : )

  52. lapinsu ha detto:

    Avevo erroneamente pensato che con questo post tu stessi recensendo un altro libro ambientato in Giappone che ti ho consigliato tempo fa (L’OMBRELLO DELL’IMPERATORE) tuttavia il piacere è stato doppio.
    Da un lato, come al solito, ho potuto godere di una tua recensione accattivante e ben scritta. Dall’altro lato, invece, ho potuto scoprire un romanzo di cui non conoscevo nemmeno l’esistenza ma che, dal breve affresco che ne hai fatto, ha tutte le carte in regola per piacermi!
    Grazie ancora per la dritta e complimenti!!!!!

    • wwayne ha detto:

      In un’altra sede mi hai annunciato che la tua prossima lettura sarà proprio l’ultimo libro di Tommaso Scotti: quella ancora successiva potrebbe essere Tokyo a mezzanotte, dato che hanno la stessa identica ambientazione.
      Tra l’altro hanno anche un altro tratto in comune: in entrambi i libri la trama è più che altro un pretesto, perché il vero intento degli autori è far immergere il lettore nell’atmosfera particolarissima di Tokyo, e fargli scoprire tante sfumature che si possono cogliere soltanto vivendo lì. Davvero due ottimi romanzi. Grazie a te per i complimenti e per il commento, e buona settimana! : )

  53. The Butcher ha detto:

    Come al solito il tuo stile di scrittura mi piace molto e sai come incuriosire il lettore attraverso i tuoi consigli. Apprezzo molto le culture altrui e ho sempre cercato di informarmi il più possibile su questi mondi. Spero veramente di poter andare un giorno in Giappone. Ottimo lavoro!

  54. Mirko Ciminiello ha detto:

    Bellissimo post, o meglio bellissimo viaggio 😊
    Non ho visto tutti i commenti, quindi non so se sia già stato detto, ma mi hai fatto venire in mente “L’ultimo samurai”: in cui il personaggio di Tom Cruise ha dovuto praticamente decostruirsi per riuscire a costruire un rapporto con una cultura che gli era del tutto estranea 😉

  55. caterina1987 ha detto:

    Hai scritto una recensione così intensa che all’inizio pensavo che tu fossi stata in Giappone e avessi respirato a fondo la loro cultura. Ti faccio i miei complimenti, uno scritto appassionante. Molto apprezzato. Interessante anche il libro. Complimenti anche per il blog.

  56. marisasalabelle ha detto:

    In verità io non credo che ci siamo così tanto omologati: certo, ovunque vai trovi le stesse insegne, gli stessi brand, lo stesso modo di vestire… ma in realtà, come dici del Giappone, credo che dietro questa uniformità apparente continuino a celarsi profonde differenze. Immagina quanto è differente il modo di vivere e di concepire la vita tra uno spagnolo e un finlandese! Riguardo al Giappone, è un Paese certo misterioso per noi, affascinante, ma credo di non sbagliare se dico che vi alberga una profonda infelicità. Ho letto negli anni diversi libri di autori giapponesi e ho molto apprezzato i film, in particolare quelli di Takeshi Kitano, tuttavia in questi ultimi tempi me ne sono un po’ discostata perché mi sembra che la “giapponesità” stia diventando un po’ troppo di moda e temo molto il rischio stereotipi

    • wwayne ha detto:

      In effetti anch’io nei romanzi giapponesi colgo sempre una certa malinconia di fondo, quella tristezza tipica di chi può avere tutto ciò che vuole a livello materiale, ma vive comunque una vita insoddisfacente a livello emotivo e relazionale. Forse c’entra proprio l’indole eccessivamente fredda e cerimoniosa di questo popolo: se i rapporti tra le persone sono tutti così formali, diventa dura stabilire delle vere amicizie e degli amori passionali come quelli di noi occidentali. E senza tutto questo, è normale sentirsi infelici.
      Riguardo al fatto che i romanzi giapponesi stiano diventando di moda, in realtà ai lettori italiani sono sempre piaciuti parecchio, ma ha ragione, ultimamente quest’amore si è intensificato (anche grazie ad ottimi libri come questo). Magari ne sarò influenzato al punto da riprendere in mano Murakami, che ho abbandonato ormai da diversi anni. Grazie mille per questo commento così acuto, e buona settimana! : )

  57. futaki ha detto:

    Bello, non conoscevo questa usanza in Giappone. Potrei essere annoverato tra gli sfigati che pagherebbero una chiacchierona al pub.. o forse no. Comunque ho ricambiato la tua gentilezza e seguo il tuo blog. Ciao

  58. chiaramarinoni ha detto:

    Ciao wwayne
    come sempre mi affascinano le recensioni che ci fai; molto bello questo libro e credo lo leggerò volentieri. Anzi lo regalerò a mia nipote che ama viaggiare ma sopratutto leggere. Certo che i giapponesi hanno una cultura diversissima dalla nostra, ma come dico sempre io, siamo cittadini del mondo ed è bello farne parte, scoprendo culture imparandone gli usi e costumi.
    Grazie.
    Un abbraccio e buon giugno 🥰⚘🌷👏
    Chiara

  59. Francesco Cacciola ha detto:

    Scrivere è naturale…ti appartiene questo post è il testimone…

  60. Celeste ha detto:

    Eccomi. Come ti dicevo gran bel post. Non ho letto il libro ma ho visto molti film a riguardo. Dovremmo prendere un pò da loro e loro da noi.
    Ps. Non riesco a seguirti sigh

  61. Elena Delle Selve ha detto:

    Penso che sia da leggere e da vedere, a sto punto. Grazie per il bel post. 🙂

  62. hasuyuki7 ha detto:

    Bello, grazie per il suggerimento

  63. MARA MARINUCCI ha detto:

    Trovo tu abbia centrato in pieno! Ho interpretato questo libro nello stesso modo!

  64. yaya9054 ha detto:

    Non l’ho letto ma mi hai stregato! Lo metto subito in lista! Grazie ☺️

  65. Paola ha detto:

    Bellissimo wwayne!

  66. bakeneko ha detto:

    Penso tu abbia descritto molto bene il modo in cui il Giappone riesce a restare un mondo a sé nonostante la globalizzazione, e nonostante gli scambi e i contatti con l’occidente, ormai pienamente in corso da oltre un secolo. Il Giappone ha una storia particolare nel suo rapporto con i paesi stranieri, che lo ha portato a mantenere forte la sua identità, seppur influenzato da occidente. Nel libro “Io sono un gatto”, scritto a inizio 900, questo rapporto è appena iniziato ed è interessante vedere le reazioni dei giapponesi dell’epoca, così come notare che anche nel Giappone contemporaneo di “Tokyo a mezzanotte” questo rapporto continua a essere complicato.

    • wwayne ha detto:

      “Il Giappone ha una storia particolare nel suo rapporto con i paesi stranieri”: questa tua frase mi ha incuriosito moltissimo. Dato che “Io sono un gatto” chiarisce meglio in cosa consista questa storia particolare, credo proprio che lo leggerò.
      Ho adorato il post che hai dedicato a questo libro, quindi metto il link qua nel mio blog, nella speranza che lo apprezzino anche i miei lettori: https://bakeneko.blog/2023/06/24/io-sono-un-gatto-wagahai-wa-neko-de-aru-il-romanzo-capolavoro-dellautore-giapponese-natsume-soseki/. Colgo l’occasione per dirti che mi sono appena iscritto al tuo blog. Grazie per il commento, e buona settimana! : )

      • bakeneko ha detto:

        Ti ringrazio molto! Spero che il romanzo ti piaccia, per me è stato davvero interessante, e anche divertente da leggere. Aggiungo anche io “Tokyo a mezzanotte” nella lista delle letture da recuperare 🙂 e inizio volentieri a seguirti per nuovi spunti! Al prossimo post!

  67. Gianluca Brescia ha detto:

    Secondo me l’attività della ragazza qui in Italia forse non avrebbe successo

  68. repierluigi ha detto:

    Bello, mi è piaciuto. All’inizio pensavo raccontassi una tua esperienza diretta.
    Un saluto al prossimo articolo.

  69. Paola Pioletti ha detto:

    Segnato!!!

  70. Sara Passarelli ha detto:

    E in effetti wwayne i libri giapponesi, scritti il più delle volte ovviamente da autori giapponesi si caratterizzano proprio per questo differenziandosi dai tipici libri. Affrontano proprio tutto quello che hai scritto mettendo in risalto il proprio paese e le proprie culture. Ho letto alcuni libri di autori giapponesi e li trovo sempre belli, ma così diversi dallo stile occidentale.
    E lo trovo bellissimo ❤️👋

    • wwayne ha detto:

      Mi fa molto piacere che tu condivida la mia passione per gli scrittori giapponesi, e sono totalmente d’accordo con tutto ciò che hai scritto su di loro. Grazie mille per quest’ottimo commento! : )

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